Il pentametro giambico

pentametro giambico
Il pentametro giambico e i suoi giambi…

Che cos’è il pentametro giambico? Il pentametro giambico è il verso più importante della metrica inglese.

Il conte Henry Howard di Surrey, nella sua traduzione in inglese dell’Eneide di Virgilio, decise che, per ricreare il ritmo dell’originale (scritto in esametri) e delle sue traduzioni italiane (in endecasillabi), fosse necessario optare per il pentametro giambico (metro scelto anche da Geoffrey Chaucer per i Canterbury Tales). Da lì, il metro si diffuse tra tutti i poeti elisabettiani, venendo scelto anche da William Shakespeare.

Il pentametro giambico prende il nome di blank verse quando non rima con altri versi all’interno di un componimento.

Schema del pentametro giambico

Vediamo di riassumere lo schema del pentametro giambico.

Per prima cosa, un pentametro è un verso composto da cinque piedi (in inglese, feet). Un piede è un elemento costituito, in genere, da due sillabe.

Il piede del pentamero giambico è un giambo (in inglese, iamb /aɪəmb/), formato da una sillaba non accentata (U) più una sillaba accentata (—):

Giambo: U —

Il giambo viene poi ripetuto cinque volte:

U — |x1 U — |x2 U — |x3 U — |x4 U — x5,

dando origine a questo metro:

U — | U — | U — | U — | U —

Con | si indica la cesura, una piccola pausa che si verifica dopo il piede.

Tutto qui. Così la spiegazione è semplice, non è vero? Vediamo ora in concreto un esempio perfetto dal sonetto 53 (v. 7) di Shakespeare:

On Helen’s cheek all art of beauty set

On He | len’s cheek | all art | of beau | ty set

Dalla metrica quantitativa alla metrica accentuativa

La terminologia che abbiamo usato in precedenza (piede, metro, cesura) è ripresa dalla metrica classica.

Va detto che la metrica classica (greca e latina) era una metrica quantitativa: poteva contare su lingue che distinguevano parole anche grazie alla quantità (lunghezza) delle vocali (come se in italiano distinguessimo due parole, gelo e geelo, solo perché la seconda ha una e lunga). Le lingue neolatine e quelle germaniche, invece, non distinguono la quantità vocalica. Per questo motivo la poesia composta in queste lingue è basata su una metrica accentuativa, che distingue in base alla posizione dell’accento.

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