Scendendo più nel dettaglio, il fonema, cioè l’unità fondamentale della fonologia, può essere scomposto come un insieme di tratti. Un tratto è un valore che può essere assunto (o meno) da un fonema.
Dobbiamo anche dire che però i tratti fonologici non possono esistere da soli, all’infuori di un fonema. Infatti, possiamo immaginare il fonema come un atomo, che però, ad un livello più profondo, è composto anche da altre particelle più piccole, che da sole non esisterebbero.
Ci sono varie teorie che assegnano statuti diversi ai tratti:
- Roman Jackobson (fonologia strutturalista) reputava fossero tratti distintivi (cioè che, proprio come i fonemi, vivessero solo in opposizione ad altri tratti);
- Per la fonologia generativa, invece, hanno natura classificatoria e non distintiva (servono solo a categorizzare caratteristiche dei fonemi);
- Per la fonologia autosegmentale è il fonema a perdere rilievo in favore dei tratti, che sono dunque proprietà dei suoni che si spalmano nel parlato e sono coinvolte nei processi fonologici.
I tratti possono essere associati alle più diverse variabili, come la sonorità, l’avere o meno caratteristiche consonantiche, la produzione in una zona dentale oppure velare, eccetera.
Tratti vocalici
Per mostrare i tratti coinvolti nella definizione di fonemi vocalici, facciamo l’esempio1 del sistema vocalico italiano (che ha conosciuto più teorizzazioni, tra l’altro).
[± alto] : positivo per le vocali più alte /i, u/
[± basso] : positivo per la vocale bassa /a/
[± arretrato] : positivo per le vocali posteriori /u, o, ɔ/
[± teso] : positivo per le vocali medio-alte e alte /ɛ, ɔ, i, u/
È possibile schematizzare queste suddivisioni in questa tabella:
[± alto] | [± teso] | [± basso] | [+ arretrato] | [- arretrato] |
+ | + | – | /i/ | /u/ |
– | + | – | /e/ | /o/ |
– | – | – | /ɛ/ | /ɔ/ |
– | – | + |
Analizziamo /a/, il fonema più particolare: per descriverlo è necessario fare ricorso al tratto [+ basso] ed inoltre la distinzione che si poggia su [± arretrato] qui non si verifica (la /a/ infatti è una vocale media, quindi non è né anteriore né posteriore e dunque non può essere “± arretrata”).
Tratti consonantici
Possiamo distinguere tra tratti che definiscono i luoghi, i tratti che definiscono i modi di articolazione delle consonanti e i tratti laringei (cioè che determinano la sonorità di una consonante).
Tratti di luogo
Si distinguono due tratti:
- [± coronale], che indica se il fonema è articolato o meno tramite la punta della lingua (la cosiddetta “corona”);
- [± avanzato], che, se positivo, indica tutti quei fonemi che sono articolati in una regione tra le labbra e gli alveoli.
Tratti di modo
I tratti di modo sono: [± sonorante] [± continuo] [± soluzione ritardata] [± laterale] [± nasale]. Si combinano (in italiano) seguendo questo schema:
-sonorante | ||||
-continuo | +continuo | -nasale | +nasale | |
-soluzione ritardata | +soluzione ritardata | -laterale | +laterale | [n] |
[t], [d] | [ʦ], [ʣ], [ʧ], [ʤ] | [r] | [l] |
Perciò vediamo che il tratto sonorante divide tra le ostruenti (cioè occlusive affricate e fricative) e le nasali vibranti e laterali.
All’interno delle ostruenti ([- sonorante]) troviamo altri due tratti, [+ continuo] (che indica le fricative) e, se [continuo] è negativo, [± soluzione ritardata] (che se positivo indica le affricate, se negativo le occlusive).
All’interno delle sonoranti ([+ sonorante]) troviamo il tratto [± nasale] che, se positivo indica la [n]), altrimenti indica il tratto [± laterale] che divide tra loro vibranti ([- laterale]) e laterali (la [l]).
Tratti laringei
In italiano adoperiamo il tratto [± sonoro] per distinguere tra consonanti sorde [- sonoro] o sonore [+ sonoro]. Tuttavia questa distinzione opera solo tra le consonanti con tratto [- sonorante]: le [+ sonoranti] (quindi nasali, vibranti e laterali) non possono mai essere sorde (esistono forse nasali sorde?).
1: l’esempio è tratto da Basile et al. (2010) Linguistica generale.
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