Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827) riprende la nozione di stato di natura di J.J. Rousseau. L’educazione ha come compito lo sviluppo della moralità dell’uomo (amore, fiducia, fede religiosa), inibendone gli istinti più bassi e violenti.
Lo sviluppo dell’uomo avviene in tre fasi:
- stato di natura, in cui l’uomo segue i suoi istinti (virtù ingenua vs. egoismo);
- stato sociale, in cui l’uomo vive in contatto con gli altri, armoniosamente o in maniera conflittuale;
- stato morale, in cui l’educazione è riuscita ad imporre la moralità.
Pestalozzi battezza il processo educativo come educazione del cuore, che mira a tenere a bada le forze di sentimento, pensiero e volontà/azione, rappresentati simbolicamente da cuore, testa e mano. Per compiere questa educazione, il pedagogista propone un metodo elementare, che si basa sulla divisione del sapere in elementi costitutivi. È regolato da tre principi:
- principio di necessità meccanica: la moralità e l’intelletto devono prodursi senza forzature;
- principio di organicità e continuità: l’alunno va guidato gradualmente, assecondandone il naturale sviluppo;
- principio di vicinanza e lontananza: l’educazione deve partire dalla realtà concreta e dalle esperienze accessibili al discente, per poi arrivare alle teorizzazioni generali.
Quest’ultimo principio regola anche il metodo intuitivo: tramite l’esperienza, il bambino individua tre concetti fondamentali:
- forma (su cui sono basati il disegno e la geometria),
- numero (su cui è basata la matematica),
- parola (su cui è basato il linguaggio).